Quello che l’epoca produce,
quelli che vengono alla luce
e come tutto e tutti, tu io
in un’ellittica non infinita
seguiamo il corso della vita
per fare poi ritorno al buio.
Pensando a cose come queste getto
una bottiglia vuota tra i rifiuti
– dentro, un messaggio con i tuoi saluti –
la testa vortica e perciò mi metto
steso sul letto
di nuovo inutile
e immagino lassù, oltre una duna
di sabbie e polveri celesti, una
discarica abusiva sulla Luna.
Quando mi sporgo sul dirupo
mi sento dire: “In bocca al lupo”
perché, si sa, lupus in fabula
e tu eri senza dubbio favolosa.
Non so poi cosa, ma qualcosa
sarà successo se la tabula
di tutti i tuoi tabù è stata rasa
per farci inscrivere degli altri marchi.
Acquistano terreno gli oligarchi
per costruirci una seconda casa
mentre la Nasa
progetta sbarchi
ed allunaggi di fortuna.
Vedrai che ci ritroveremo in una
discarica abusiva sulla Luna.
Marciscono fra le macerie
oggetti e gadget fatti in serie
e per i più improbabili usi.
Trovo tra questi scarti e queste scorie
il libro delle mie memorie,
un libro pieno di refusi.
Allora con la furia di un censore
strappo ogni pagina che ti denigra
il nome, uno pseudonimo, una sigla.
Brucia nel termovalorizzatore
il nostro amore.
Se vuoi ricicla
nella misura più opportuna;
il resto puoi abbandonarlo in una
discarica abusiva sulla Luna.
Ormai nessuno più ci casca:
baravo e mi ritrovo in tasca
un mazzo assai convenzionale
di regine di cuori e due di picche,
nel momento sbagliato e qui che
avrei bisogno delle scale.
Nel lato oscuro – quello dei Pink Floyd e
quello che tu dicevi avessi anch’io –
ho visto un improvviso luccichio,
in avvicinamento un asteroide.
Offre un rimedio
e cioè l’oblio
di un’incolmabile lacuna.
E penserai che non ci sia nessuna
discarica abusiva sulla Luna.
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